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Gli Enti territoriali avranno voce in capitolo nella ricognizione di scuole, strade, ferrovie e porti e nella definizione delle priorità

Sta per diventare operativo il Fondo da 4,6 miliardi di euro per la perequazione infrastrutturale previsto dalla Legge di bilancio per il 2021, che ha stanziato 100 milioni di euro per il 2022, 300 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2023 al 2027, 500 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2028 al 2033.

È stato approvato dal Consiglio dei Ministri il Decreto Infrastrutture, che riscrive le scadenze e le procedure previste dalla Legge di Bilancio e dalla Legge Delega sul federalismo fiscale (L.22/2009) per l’individuazione degli interventi prioritari e la ripartizione delle risorse. La legge del 2009 ha infatti introdotto una serie di misure per la perequazione infrastrutturale, la Legge di Bilancio per il 2021 ha istituito il Fondo per l’attuazione della perequazione e il nuovo Decreto Infrastrutture coordina le misure con le novità introdotte dal PNRR e con la richiesta di maggiore protagonismo delle Regioni.

Perequazione infrastrutturale, la fase della ricognizione
Alla base della perequazione infrastrutturale c’è la ricognizione, da effettuare su tutto il territorio nazionale. Rispetto all’impostazione data dalla Legge di Bilancio e dalla Legge Delega sul Federalismo Fiscale, la ricognizione non sarà centralizzata a livello governativo e statale.

Il testo del DL Infrastrutture distingue, infatti, tra infrastrutture di competenza statale e infrastrutture di competenza degli Enti territoriali. Su questa differenziazione ha pesato probabilmente il passaggio del testo in Conferenza delle Regioni e la rivendicazione di un ruolo attivo nella segnalazione delle carenze locali.

La ricognizione delle infrastrutture statali sanitarie, assistenziali, scolastiche, stradali, autostradali, ferroviarie, portuali e aeroportuali dovrà essere ultimata entro il 30 novembre 2021 dal Ministero delle infrastrutture.

Entro il 31 ottobre 2021, gli Enti territoriali effettueranno la ricognizione delle infrastrutture di competenza non statale. Le Regioni e dalle Province Autonome comunicheranno i risultati alla Conferenza Unificata e al Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri entro il 31 dicembre 2021.

Secondo la Legge di Bilancio 2021, inoltre, la ricognizione doveva risultare ultimata entro il 30 giugno 2021, ma i tempi sono stati sforati.

Perequazione infrastrutturale, la fase operativa

Dopo la ricognizione, un DPCM, entro il 31 marzo 2022, definirà le priorità e le azioni per il recupero del divario infrastrutturale e di sviluppo. Saranno considerate le specificità territoriali, la densità della popolazione e delle unità produttive. Il decreto individuerà inoltre i Ministeri competenti e la quota di finanziamento con ripartizione annuale.

Un’altra novità, rispetto alla Legge di Bilancio, è la prescrizione che, nella ripartizione annuale delle risorse, si tengano presenti le risorse previste dal PNRR e dal PNC. Si tratta sicuramente di un’attenzione introdotta per convogliare le risorse del Fondo per la perequazione nelle aree che non usufruiscono del PNRR e del PNC.

Entro 30 giorni dall’emanazione del dpcm, ogni Ministero competente, assegnatario delle risorse, individuerà gli interventi da realizzare, l’importo del finanziamento, i soggetti attuatori, il cronoprogramma della spesa e le modalità di revoca dei finanziamenti.

Fonte: edilportale.com

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